Via dei Lavatoi è una strada del centro storico di Firenze, che va da via Giuseppe Verdi a via Isola delle Stinche/piazza San Simone. Costeggia il teatro Verdi e la chiesa dei Santi Simone e Giuda.

Storia e descrizione

La via è così chiamata fin dal 1428, quando vi furono fatte costruire dall'Arte della Lana alcune vasche per lavarvi stoffe di lana grezza.

I lavatoi venivano usati dai tintori fiorentini, rinomati per l'eccellenza della loro produzione, per il lavaggio delle stoffe, soprattutto nei mesi invernali quando l'Arno era spesso torbido o in piena. Un grande lavatoio a più vasche si estendeva lungo tutta la strada; era lungo diciotto braccia e, quando non adoperato dai tintori, era usato dalle donne della zona per il bucato.

Nella carta del Buonsignori (1584) si vede bene il grande lavatoio appoggiato a un lato del carcere delle Stinche. La vasca era dotata anche di una fontana di medie dimensioni con una testa leonina che versava acqua dalla bocca, come testimonia un'incisione di Carlo Lasinio. La pianta di Firenze delineata da Ferdinando Ruggieri nel 1731, pur rilevando la presenza dei lavatoi, indica la strada (forse per brevità), come Isola delle Stinche, assieme al breve tratto da piazza di San Simone all'attuale via Ghibellina.

Più tardi, tra 1834 e il 1839, gli antichi lavatoi vennero ridotti dall'architetto Francesco Leoni con l'assistenza dell'architetto Luigi Manetti a quartieri e botteghe con una grande sala di equitazione (con annesse scuderia, selleria, rimessa e stanze per trattenimento), e una sala per la Società Filarmonica posta al primo piano. Nel 1854 tutto il complesso diventò il Teatro Verdi.

Descrizione

Attualmente la strada, con carreggiata a lastrico, è da considerarsi arteria secondaria, per quanto la presenza di alcuni esercizi commerciali storici vivacizzino l'area della piazza di San Simone.

Edifici

Fontana

Sulla cantonata del teatro Verdi con via Isola delle Stinche venne costruita nell'Ottocento una piccola fontana pubblica che doveva fare da sbocco dell'antica fonte che alimentava i lavatoi, opportunamente ridimensionata dal punto di vista della portata idrica. La fontana che si vede oggi, detta fontana dell'Agnellino, risale agli anni Cinquanta del XX secolo, sistemata su iniziativa del benemerito Comitato per l'estetica cittadina. È composta da un'edicola in pietra serena con una piccola vasca, nella quale gettava acqua una testina bronzea di agnellino, piegata verso il basso. La scelta del soggetto dovette probabilmente echeggiare lo stemma dell'Arte della Lana proprietaria dei lavatoi, essendo un bianco Agnus Dei.

Note

Bibliografia

  • Marco Lastri, Le Stinche, carcere de' debitori, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, IX, pp. 29-32.
  • Comune di Firenze, Stradario storico e amministrativo della città e del Comune di Firenze, Firenze, Tipografia Barbèra, 1913, p. 72, n. 513;
  • Comune di Firenze, Stradario storico e amministrativo della città e del Comune di Firenze, Firenze, 1929, p. 63, n. 575;
  • Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, II, 1977, p. 130.
  • Francesco Cesati, La grande guida delle strade di Firenze, Newton Compton Editori, Roma 2003.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

  • Claudio Paolini, schede nel Repertorio delle architetture civili di Firenze di Palazzo Spinelli (testi concessi in GFDL).

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